Stato dell’arte e nuove policy recommendations in materia di ritorno volontario degli stranieri

Ripensare il ritorno volontario: dieci raccomandazioni per politiche migratorie più giuste e sostenibili

Il rapporto “Stato dell’arte e nuove policy recommendations in materia di ritorno volontario degli stranieri” è stato redatto da Gabriele Carapezza Figlia, Adriana Brusca, Francesco Disalvo, Emanuele Parlavecchio e Gabriele Crescente, del Dipartimento di Giurisprudenza Economia e Comunicazione dell’Università LUMSA di Palermo, nell’ambito del progetto PRIN We Propose finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca attraverso il bando 2022 PNRR.

Il documento si colloca in un contesto europeo e internazionale in materia migratoria in rapida evoluzione.al 2011 al 2022 la Commissione Europea ha introdotto strumenti volti a rafforzare la capacità dell’Unione di gestire i flussi migratori, definendo standard per le misure di AVR&R (Assisted Voluntary Return and Reintegration). Tali programmi, volti a sostenere il rientro volontario e la reintegrazione socio-economica dei migranti, costituiscono un punto cruciale per la politica migratoria, ma presentano criticità significative.

L’analisi compiuta dal team di ricercatori LUMSA nell’ambito dei progetti di AVR&R (Assisted Voluntary Return and Reintegration) ha fatto emergere non poche perplessità, offrendo al contempo l’occasione per individuare possibili misure correttive volte a rendere più efficace l’applicazione concreta dell’istituto. Il documento, liberamente scaricabile in italiano e inglese, propone dieci raccomandazioni operative che spaziano dalla revisione della normativa e della governance dei programmi, alla piena tutela della volontarietà dei migranti, fino alla promozione di strumenti di supporto socio-economico e sanitario, accordi bilaterali con i Paesi di origine e sistemi di monitoraggio ex post.

L’insieme di queste indicazioni mira a rafforzare la sostenibilità, l’efficacia e l’equità dei programmi di ritorno volontario e reintegrazione, assicurando il rispetto dei diritti fondamentali dei migranti e una gestione più coordinata e inclusiva a livello nazionale ed europeo.

Il documento, nel dettaglio, formula dieci raccomandazioni operative: :

  1. Eliminare l’obbligo generalizzato di rinuncia al permesso di soggiorno, prevedendo formule di mobilità circolare e deroghe per categorie specifiche come imprenditori, lavoratori stagionali o transnazionali.
  2. Garantire piena volontarietà e consenso informato mediante procedure con mediatori indipendenti e una terminologia neutra e non securitaria, sostituendo “rimpatrio assistito” con “ritorno assistito”.
  3. Riformare il modello gestionale dei programmi adottando una governance centralizzata con un soggetto attuatore unico nazionale e una rete territoriale coordinata.
  4. Assicurare supporto sanitario e accompagnamento ai migranti vulnerabili, garantendo continuità terapeutica e assistenza durante il viaggio e nel Paese di destinazione.
  5. Istituire accordi bilaterali strutturati con i Paesi terzi di origine, con obblighi reciproci, monitoraggio congiunto e co-finanziamento delle attività post-rientro.
  6. Introdurre strumenti di ritorno flessibile nella normativa nazionale, includendo meccanismi di rientro in Italia in caso di fallimento dei progetti di reintegrazione.
  7. Garantire continuità dei programmi attraverso un piano di finanziamento pluriennale, integrativo del budget europeo, per sostenere la progettazione a medio-lungo termine.
  8. Istituzionalizzare un piano nazionale di informazione e sensibilizzazione, con canali multilingue, sportelli territoriali e monitoraggio periodico dell’efficacia.
  9. Adeguare i contributi economici ai Paesi di origine, considerando costo della vita, esigenze dei progetti di reinserimento e tracciabilità dei fondi.
  10. Introdurre un sistema nazionale di monitoraggio ex post, con osservatorio dedicato, indicatori standardizzati di impatto e pubblicazione dei dati per favorire il miglioramento continuo delle politiche.

Queste raccomandazioni giuridiche, costruite su dati empirici e valutazioni di impatto sociale, mirano a rafforzare l’efficacia, la sostenibilità e l’equità dei programmi AVR&R (Assisted Voluntary Return and Reintegration), promuovendo una gestione del ritorno dei migranti rispettosa dei diritti fondamentali, sensibile alle dimensioni di genere e maggiormente coordinata a livello nazionale ed europeo.

Puoi scoprire di più su l'excursus storico dei programmi AVR&R (Assisted Voluntary Return and Reintegration) su:Ritorno volontario assistito: breve excursus normativo